Vegan, ma non solo!

Dieta vegetale, ma non solo... qui si tratta di alimentazione naturale a 360°, di stile di vita sano, di scelte consapevoli, chiamiamola pure "salute allargata": salute del corpo, della mente, dello spirito, ma anche salute dell'intero pianeta.

sabato 31 gennaio 2015

Il mio corpo che cambia


Ho già detto e ridetto di quanto io sia grata all'alimentazione che sto facendo per i benefici immensi che ne ho tratto nel periodo delle terapie... fare la chemio che ho fatto io (quella che negli effetti collaterali riportava "nausea e vomito medio-forte") senza mai dover prendere nemmeno il Plasil prima dei pasti, io lo considero un successo tale che vale la pena di aver cambiato le abitudini alimentari anche solo per questo!

Adesso sto facendo le radioterapie... sono quasi alla fine, me ne mancano soltanto due! Sicuramente la mia fortuna principale in questo momento è quella di avere una carnagione piuttosto olivastra che di certo aiuta a non scottarsi, ma come mi diceva il Dr.Andreoli prima di iniziare le sedute, avere i tessuti del corpo completamente depurati e disintossicati non può che limitare gli eventuali danni... morale della favola: non mi sono irritata, né arrossata, né bruciata ed è una gran cosa essere arrivata alla fine delle terapie in questa maniera, stando a quello che mi diceva ieri sera la dottoressa che mi ha fatto il controllo settimanale. :o)))

Però il mio grande compiacimento non si ferma qui! E' vero che ho deciso per questo cambio drastico di stile alimentare principalmente perché credo tantissimo che sia utile alla guarigione, ma i benefici che ne ho avuto vanno ben oltre a quello che avrei mai potuto aspettarmi... in questo momento mi sto solo chiedendo perché io non abbia fatto le stesse scelte prima! Era già da tempo che per motivi etici non mangiavo più la carne, da parecchio non usavo più le uova se non erano quelle della "Gallina Felice" (le prendevo da una signora che ha le galline in giardino), stavo già iniziando a farmi parecchi scrupoli sui latticini... presto o tardi sarei diventata vegana salutista lo stesso!!! E' stato un vero peccato non averlo fatto prima visto che l'efficacia dell'alimentazione nella prevenzione del cancro è già stata sperimentata e ufficializzata (mentre per quanto riguarda l'importanza durante la cura siamo ancora alla fase di studio, sebbene molti dei risultati statistici iniziali lascino ben pensare), ma è stato un peccato anche perché avrei risolto molto prima tanti miei problemini e avrei vissuto parecchio, ma parecchio meglio!

Ovviamente visto che questo è un blog di "testimonianza" di un'esperienza personale, non sto a riportare in generale tutti i benefici che può dare una dieta vegetale e integrale, per questo ci sono già fin troppi libri in commercio! Io desidero riportare la mia "carrellata" di piccole vittorie consapevolissima che non ho fatto di certo l'en plein e che quindi non potrò essere sicuramente esaustiva... ma restano ugualmente le mie piccole vittorie e ne vado fiera!!!
  • Il primissimo beneficio che ho riscontato è che, dopo una vita intera, ho finalmente detto addio alla stitichezza! Io sono arrivata a essere quasi dipendente dalle supposte di glicerina per certi periodi in passato, ma anche quando non le usavo di certo non avevo un intestino molto regolare. Da bambina sono stata perfino all'ospedale per un fecaloma quindi sto parlando di una situazione abbastanza cronica e pesante da sopportare... è decisamente tutto un altro stile di vita adesso!
  • Ho detto addio anche all'acidità di stomaco della quale spesso soffrivo e che mi creava qualche difficoltà pure nel canto (mia grande, infinita passione!)... un medico una volta è arrivato a parlare di reflusso gastroesofageo dopo che mi ha visitata, adesso non so più nemmeno cosa voglia dire!
  • E' cambiata moltissimo anche la mia pelle: è infinitamente molto meno secca di com'era prima (uso la metà delle creme idratanti che usavo, ma sto meglio) e ho la sensazione che sia pure più luminosa.
  • Un problema che mi ha sempre creato delle grandi difficoltà "sociali" è che il mio sudore aveva un odore abbastanza forte, dovevo obbligatoriamente utilizzare il deodorante per le ascelle perché se non me lo mettevo puzzavo già dopo mezz'ora dalla doccia. Ero espertissima in deodoranti: sapevo esattamente quali erano davvero efficaci e quali invece non mi facevano proprio nulla. Ero abbastanza esperta anche in detersivi... avevo scoperto che NESSUNO riusciva a togliere quell'odoraccio in lavatrice, per cui ero costretta a pretrattare tutte le mie magliette con la candeggina delicata. Non parliamo poi di piedi, calzini e scarpe... dico solo che, nonostante la doccia della mattina, dovevo assolutamente tornare a casa dopo l'ufficio per lavarmi i piedi e cambiare i calzini se volevo andare a yoga alle 19.00... una vera schiavitù! Beh, adesso vado a yoga direttamente dall'ufficio, anzi a dirla tutta quando tolgo le scarpe la sera i calzini molto spesso hanno ancora l'odore del detersivo. E poi adesso non uso più il deodorante (mai, mai... MAI!), inoltre la ACE mi vuole far causa per la riduzione improvvisa del fatturato!!! ;o)))
  • Ma a proposito di sudorazione, la cosa che mi ha davvero rivoluzionato la vita è che ho detto addio alle mani che sudano! Non potete capire che razza di problema sia stato per me questo, ne avevo il complesso, non ero mai riuscita ad accettare questa cosa... mai una volta ho stretto la mano di qualcuno senza imbarazzo, mai una volta mi sono permessa di fare una carezza se non col dorso delle dita, ho sempre dovuto trattenermi dall'appoggiare la mia mano su quella degli amici in difficoltà per consolarli o dal prendere la mano di qualcuno tra le mie, inoltre in treno, pullman, metropolitana, tram, ovunque ci si dovesse reggere per non cadere, non sapevo come fare per non lasciare delle piccole pozzanghere dove altri avrebbero inevitabilmente dovuto mettere le mani dopo di me... una vera tragedia! Ho perfino dovuto smettere di suonare il flauto traverso da ragazzina perché la troppa umidità intorno ai miei polpastrelli faceva ossidare i meccanismi e bloccava i tasti. E a lavoro?!? Ogni anno mi cambiavano la tastiera del PC perché non si leggevano più le lettere e i numeri... li corrodevo! Trovarmi improvvisamente ad avere le mani NORMALI mi ha cambiato la vita... chi non ha mai avuto un problema del genere non credo possa capire quanto io sia euforica di questa conquista...
  • Di conseguenza all'avere le mani sempre asciutte, ma credo anche per la più completa ricchezza di minerali nella dieta, adesso mi trovo ad avere le unghie molto più forti di prima (a parte la parentesi del periodo delle chemio, nel quale ho dovuto tagliarle corte perché mi si staccavano).
  • Come ho già scritto in un articolo precedente (Alimentare lo spirito) i benefici che ho riscontrato mangiando in questo modo non sono solo ed esclusivamente fisici: ho acquisito una serenità che in passato forse non mi sarei mai nemmeno sognata di raggiungere (e chissà se le mie mani non sudano più proprio perché io sono infinitamente più tranquilla di prima). Non ho più l'ansia costante che avevo prima, né gli attacchi d'ansia improvvisi, le mie reazioni sono diventate molto più contenute, la lucidità che sento nel distaccarmi dai fatti che mi accadono per vederli come "dall'esterno" a volte mi stupisce... inoltre questa mia maggiore calma interiore mi porta a mettermi meno sulla "difensiva" nei confronti delle altre persone, per cui sono migliorati parecchio i miei rapporti umani e mi accorgo perfino di chiacchierare meno a "macchinetta-stordisci-gente" rispetto a prima. Per chi mi conosce da poco ho un messaggio... sì, avete capito bene, prima chiacchieravo pure di più!!! ;o)))
  • E poi come non parlare del mio bel dimagrimento ottenuto senza diete ipocaloriche... nonostante la chemioterapia (che spesso fa ingrassare) io ho perso in totale una decina di chili negli ultimi mesi, senza mai avere fame e senza mai impormi di mangiare poco. Semplicemente i chili di troppo sono spariti da soli e senza il minimo sforzo.
  • Ma tutti i miglioramenti conquistati in questo ultimo anno non li devo solo all'alimentazione... in questo periodo ho variato tante abitudini di vita e un ringraziamento devo farlo anche all'attività fisica più frequente. Ho ottenuto tutti i ben noti benefici del fare costante allenamento e anche in termini di "fiato" non c'è proprio paragone rispetto a prima, ma la cosa più sorprendente è che tra l'alimentazione e l'attività fisica, ho notevolmente ridotto un altro mio problema "storico": io ho sempre avuto una pessima circolazione nelle gambe, mi trovavo spesso ad avere le caviglie enormi a fine giornata e le gambe di un colore poco "sano", portavo fisse le calze a 140 denari anche d'estate (anzi, SOPRATTUTTO d'estate!) mentre quest'anno ho notato che le gambe non si sono quasi mai gonfiate, nemmeno nel periodo delle chemioterapie!

Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, noo?!?


Concludo con un'ultima osservazione: mi dicevano in tanti, già quando ho smesso di mangiare la carne, che mi sarebbero sicuramente mancate delle sostanze e che sarei di certo finita per stare male... forse chi si improvvisa dietologo di se stesso può correre un rischio del genere se non conosce i principi di base di un'alimentazione bilanciata, ma chi come me si affida ad un medico professionista e nel frattempo magari studia anche un po' per rendersi un minimo indipendente, non ha da temere nulla del genere. Riporto ancora una volta la mia esperienza personale: Il Dr.Andreoli mi ha chiesto di fare tutta una serie di analisi del sangue dopo alcuni mesi di questo regime alimentare... beh, i valori sono tutti perfetti! Nessuna carenza di rilievo, nemmeno della famigerata vitamina B12!!! Ho solo il colesterolo che è un po' basso, ma nessun medico finora mi ha detto che questo sia un fattore preoccupante, anzi...

Lancio ai non-vegani non-salutisti una piccola provocazione: perché non mi dimostrate che mi sbaglio provando per un solo mese a cambiare la vostra alimentazione per vedere come vi trovate voi?
Io sono convinta che in pochissimi, dopo aver scoperto di stare tanto meglio, tornerebbero agli eccessi dei regimi alimentari precedenti!!!!!


mercoledì 28 gennaio 2015

Indice glicemico, un valido alleato.

Abbiamo già parlato di glicemia nello scorso articolo e adesso, come promesso, approfondiremo un argomento strettamente collegato.

Abbiamo detto che (riporto alla lettera!) "non è sufficiente limitare o addirittura eliminare la quantità di dolci che mangiamo, pur essendo questa una cosa davvero fondamentale, è altrettanto importante saper riconoscere anche tutti gli altri alimenti che ci possono causare notevoli innalzamenti della glicemia, per poterne moderare il consumo di conseguenza. Questa cosa è possibile ed è pure piuttosto semplice, conoscendo l'INDICE GLICEMICO degli alimenti"... e allora vediamo un po' chi è e quale lavoro fa questo indispensabile alleato al nostro servizio!

Per una definizione precisa e per la spiegazione scientifica esatta, rimando a Wikipedia (Indice glicemico), io come sempre proverò a banalizzare il concetto! La nostra digestione trasforma gli alimenti che ingeriamo in zuccheri, perché sono questi ultimi che costituiscono la "benzina" per il "motore" delle nostre cellule, ma ovviamente gli alimenti non sono tutti uguali: alcuni contengono un potenziale di glucosio davvero elevato, mentre altri ne contengono pochissimo... l'indice glicemico, in pratica, serve a misurare questo quantitativo rapportato anche alla rapidità con cui gli zuccheri passano nel sangue dopo il pasto: ad un indice elevato sono associati quegli alimenti che hanno o che "nascondono" tanti zuccheri, viceversa l'indice è basso per quelli che non innalzeranno di molto la nostra glicemia nel processo di digestione.

Siccome si tratta di valori che hanno delle variazioni soggettive piuttosto limitate, sono state create delle particolari tabelle riepilogative nelle quali è possibile trovare la lista degli alimenti più comuni col relativo indice associato. Ovviamente bisogna sempre tenere presente che si tratta di "macrocategorie" perciò quando cerchiamo nella tabella (ad esempio) le mele, dovremo ricordarci che esistono più tipi di mela e che anche all'interno della stessa qualità possono esserci delle variazioni dovute alla zona di provenienza o al grado di maturazione del frutto, resta il fatto che comunque, in linea di massima, i valori riportati in queste liste possono essere utili per farci un'idea un po' più precisa nello scegliere gli alimenti con gli indici glicemici più moderati. Si tratta di informazioni importanti: teniamo presente che addirittura c'è chi su questi dati ha creato un metodo dietetico che ha riscosso un gran bel successo! Se siete curiosi, date un'occhiata a questo sito: Il metodo Montignac (tra l'altro su questo sito potete trovare uno strumento di ricerca dei vari indici glicemici degli alimenti e anche una tabella riassuntiva, comodamente impostata in ordine alfabetico).

Per scegliere consapevolmente gli alimenti, quindi, sarà bene imparare quali sono quelli che tendono ad alzare la glicemia e quali sono invece quelli che non la modificano poi così vertiginosamente: per farlo sarà sufficiente controllare (tranquilli... è uno sforzo da fare soltanto le prime volte, dopodiché vivrete di rendita!) i valori riportati nelle tabelle riepilogative, tenendo presente che l'indice è considerato basso quando va da 0 a 55, è medio nell'intervallo tra i 55 e i 70 punti e infine si considera alto o altissimo in base a quanto supera il valore di 70.

Ma non finisce qui!!! Perché (questa è la cosa simpatica della natura!) esistono anche degli alimenti che per loro natura tendono a contenere la nostra glicemia o a rallentare il tempo di passaggio degli zuccheri nel sangue, possiamo considerarli come una sorta di "tamponi" naturali. Siccome in un pasto difficilmente noi mangeremo soltanto un unico alimento, le associazioni e gli abbinamenti tra i diversi cibi (grazie a questi "tamponi") possono aiutarci a contenere la quantità di glucosio che viene elaborata nella digestione, ne consegue che utilizzando alcuni semplici trucchetti saremo in grado di tenere abbastanza bassa la glicemia pur permettendoci alimenti che hanno un contenuto di zuccheri un po' più importante.

Ad esempio, esistono alimenti che contengono molte fibre solubili le quali, assorbendo molta acqua, creano una sorta di "gel" nell'intestino che rallenta il passaggio degli zuccheri nel sangue (a questo proposito teniamo presente che più un cibo è raffinato, meno fibre contiene e più di conseguenza il suo indice glicemico sarà alto), inoltre le fibre con l'acqua si "gonfiano" e ci fanno sentire sazi più in fretta e più a lungo. Altro esempio interessante è quello dei cibi "a lento rilascio": anche se potenzialmente essi contengono buoni quantitativi di zuccheri complessi, il fatto che li rilascino molto più lentamente di quanto avviene per gli zuccheri semplici, non ci causa picchi glicemici improvvisi ed elevati, anzi, ci porta ad avere livelli glicemici più costanti e contenuti nel tempo, con conseguente senso di sazietà più prolungato.

Pure alcuni metodi di cottura possono aiutarci con la glicemia o anche certe associazioni tra gli alimenti... e allora vediamo punto per punto quali sono questi facili "trucchetti" da tener sempre presenti:

  • - (ovviamente!) limitare fortemente il consumo di alimenti con indice glicemico molto alto, anche se associati in modo intelligente;
  • - evitare di mangiare da soli gli alimenti che hanno un indice glicemico medio o alto, è meglio accompagnarli con qualche cibo "tampone";
  • - mangiare ad ogni pasto tante fibre, tipicamente cereali integrali (avendo cura di bere in contemporanea anche un po' d'acqua);
  • - cuocere la pasta al dente, perché l'indice glicemico della pasta cresce di pari passo con la cottura;
  • - non esagerare con le cotture al forno che asciugando gli alimenti ne innalzano l'indice glicemico (vale anche per tutti i prodotti da forno che si acquistano e pure per le gallette o per i cereali soffiati)
  • - usare (in quantità moderate) oli e grassi in associazione con gli alimenti che hanno indici glicemici importanti, perché aiuta a rallentare il passaggio degli zuccheri nel sangue;
  • - associare nei pasti principali i legumi ai carboidrati... e con "associare" intendo metterli contemporaneamente nello stesso piatto, evitando di fare (all'italiana) un primo di carboidrati e un secondo di legumi... altrimenti, visto che la digestione avviene "per strati" nello stesso ordine col quale abbiamo mangiato, si perde parzialmente il beneficio di quest'abbinamento "abbassa-glicemia";
  • - (ora che la stagionalità ce lo consente) mangiare la zucca gialla in tutte le varianti che ci risultano gradite, perché è un alimento che abbassa il quantitativo di glucosio nel sangue;
  • - scegliere alimenti (o condimenti) ricchi di Omega 3;
  • - usare almeno 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva (a crudo!) per condire i carboidrati a ogni pasto;
  • - far raffreddare un po' gli alimenti molto amidacei prima di mangiarli, perché più sono caldi più risultano digeribili e di conseguenza più sarà rapido il passaggio del glucosio nel sangue;
  • - preferire le carote crude a quelle cotte, perché con la cottura cresce il loro indice glicemico;
  • - usare la curcuma per condire le nostre pietanze o la cannella in aggiunta alle tisane, perché tengono a bada gli zuccheri nel sangue;
  • - bere spesso del tè verde, perché tampona la glicemia nel sangue;
  • - mangiare la frutta senza troppi sensi di colpa come spuntino di mezza mattinata oppure a merenda (quindi lontano dai pasti), ma evitare assolutamente di mangiarla come chiusura del pranzo o della cena, perché verrebbe digerita per ultima e nel tempo di permanenza nel nostro stomaco inizierebbe la fermentazione (che crea zuccheri);
  • - in ogni caso, preferire la frutta non troppo matura;
  • - leggere sempre le etichette di ciò che acquistiamo (ne abbiamo già parlato, ma non mi stancherò mai di dirlo!) per sapere se c'è dello zucchero "nascosto" tra gli ingredienti di ciò che stiamo scegliendo... facendo molta attenzione perché a volte lo si trova anche "camuffato" sotto forma di sciroppi, malti, amidi, ecc.

Credo sia giusto, per completezza e per cultura generale, fare anche un rapido accenno al concetto di carico glicemico, perché è ovvio che tutto ciò che abbiamo detto finora va collegato anche alla quantità di alimenti che ci mangiamo nei singoli pasti! (http://it.wikipedia.org/wiki/Carico_glicemico)
Anche a logica, infatti, è facile capire che incide meno un piccolo boccone di un cibo a indice glicemico elevatissimo, all'interno di un pasto ben controllato, piuttosto che un'enorme porzione di un qualsiasi alimento con l'indice glicemico medio. Il carico glicemico in sintesi misura esattamente questo: l'impatto del cibo sulla glicemia in funzione sia del tipo di alimento che della quantità ingerita (quindi un altro punto da aggiungere alla lista dei trucchetti qui sopra, potrebbe essere quello di evitare le porzioni esagerate e di limitare le mega-scorpacciate).

Infine, lo sapevate che esiste pure l'indice insulinico? (http://it.wikipedia.org/wiki/Indice_insulinico)
Sì perché non sempre un alimento con indice glicemico basso ha anche un ridotto effetto sulla produzione di insulina, perciò si è reso necessario pensare a un ulteriore indice che ci permetta di conoscere l'effetto del cibo ingerito sulla produzione di insulina da parte del pancreas. Un esempio su tutti è costituito dai legumi, che hanno un indice glicemico abbastanza basso, ma che stimolano ugualmente la secrezione di insulina per il loro importante contenuto di amminoacidi, evitiamo perciò di prepararci delle "padellate" di fagioli tipo quelle di Terence Hill in "Lo chiamavano Trinità"! Chi (come me) fa la dieta del Prof.Berrino avrà notato quanto lui ci tenga a sottolineare che i legumi, pur necessariamente presenti in ogni pasto pricipale, debbano essere piuttosto limitati nella quantità... il motivo sta proprio in questo: noi pazienti oncologici dobbiamo cercare di tenere bassa l'insulina il più possibile e quindi non è sufficiente tenere sotto controllo SOLTANTO la glicemia.

Un'ultima curiosità: sapete che abbiamo delle specie di "papille gustative" anche nell'intestino? Il nostro corpo è infatti in grado di sentire i sapori dolci non solo in bocca, ma anche nel naso, nei polmoni e appunto nell'intestino (anche se noi di questo non ci rendiamo conto!) il che comporta che, quando un cibo dolce arriva nell'intestino, viene riconosciuto immediatamente grazie al suo sapore e innesca la fisiologica reazione per la quale l'intestino stesso accelera la spinta degli zuccheri verso il sangue... ma cosa significa questo? Che tutti gli alimenti dolcificati con malti, aspartame, sciroppi vari o estratto di stevia (a prescindere dal loro quantitativo ridotto di calorie), per "colpa" del loro sapore, creano ugualmente questa reazione e anche se non contengono direttamente zucchero semplice, fanno però passare rapidamente nel sangue tutti gli altri zuccheri complessi che ci siamo mangiati insieme a quei dolcificanti... e la glicemia sale lo stesso molto più velocemente, nonostante tutti i nostri trucchetti per evitarlo! E' importante perciò abituarci a mangiare meno dolce in assoluto, ci basterà poco tempo per disassuefarsi dai sapori molto zuccherini e adattarsi ai gusti meno "truccati"... come diceva Confucio: "Tutti mangiano, ma pochi conoscono davvero i sapori" e allora impariamo a conoscerli questi sapori veri!!!

Vi saluto consigliandovi la visione di questo video esplicativo, nel quale un nutrizionista professionista spiega, molto meglio di quanto posso aver fatto io, tutto quello che avete letto fin qui: https://www.youtube.com/watch?v=we2H8PMXhhU.

:o)))

A presto!!!!!!!!!!!


domenica 11 gennaio 2015

Glicemia... a cuccia!!!

Le feste sono alle spalle e questo articolo, che sarebbe stato davvero impopolare qualche settimana fa, arriva giusto nel periodo in cui tutti quanti cerchiamo di perdere quei due o tre chiletti messi su grazie a pandori e panettoni; se invece siamo tra i pochi fortunati che non hanno preso nemmeno un etto nel periodo natalizio, comunque in gennaio cerchiamo di depurarci dagli stravizi che ci siamo concessi... quindi spero che quest'articolo possa essere utile anche a chi non deve fare la mia dieta per i miei stessi motivi!!!

Di glicemia solitamente abbiamo sentito parlare solo in correlazione con il diabete ed effettivamente per i soggetti diabetici è indispensabile tenerla sotto controllo in modo molto accurato, ma pochi sanno che l'importanza di queste attenzioni non è riservata solo a chi soffre di diabete, anzi il fatto di non avere problemi metabolici non ci deve assolutamente portare a sentirci autorizzati a mangiare di tutto impunemente... vediamo perché.

Intanto con la parola "glicemia" si intende la quantità di glucosio presente nel sangue: è una cosa perfettamente normale che ve ne sia, perché serve al corpo per produrre energia all'interno delle cellule, il suo valore però non deve essere né troppo alto né troppo basso, altrimenti ne risentiamo e stiamo male fino a livelli anche molto gravi.
In un organismo sano, l'ormone deputato a tenere a bada la glicemia è l'insulina, che viene prodotta dal pancreas e permette al glucosio presente nel sangue l'ingresso nelle cellule dove verrà trasformato in energia vitale (il problema dei diabetici sta proprio nella insufficiente gestione spontanea dell'insulina).
Semplificando in maniera molto banale: quello che noi mangiamo viene trasformato in glucosio con la digestione, il glucosio attraverso l'intestino passa nel sangue dove di conseguenza la glicemia sale, non appena il pancreas se ne accorge produce insulina in diretta proporzione alla quantità di glucosio in circolazione, l'insulina fa il suo lavoro e spinge il glucosio nelle cellule riportando la glicemia nel sangue a valori appropriati, le cellule infine lavorano il glucosio e ne traggono energia, se questa serve subito, oppure creano scorte (grasso) da utilizzare in futuro.

Avviene però che la produzione di insulina, per quanto in esatta proporzione al glucosio presente nel sangue, sia sempre un pochino ritardata rispetto alle curve di innalzamento o abbassamento della glicemia, questo fa sì che in certi momenti ci troviamo (per assurdo) ad avere "elaborato" tutti gli zuccheri in circolazione, mentre manteniamo ancora alto il valore dell'insulina, ovviamente questo ci obbliga a dover far fronte a dei veri e propri "crolli glicemici". Infatti tutti quei cibi che ci danno picchi molto alti di glucosio (tipicamente gli zuccheri semplici), ci creano anche altrettanti picchi insulinici, con la conseguenza che il glucosio viene spinto molto rapidamente dal sangue verso le cellule e si esaurisce subito, mentre l'insulina che resta alta ancora per un po', diventa eccessiva e ci manda in ipoglicemia, questa cosa produce in noi il prepotente bisogno di mangiare di nuovo altri zuccheri... e si finisce quindi in un pericoloso circolo vizioso che si interrompe solo quando riusciamo a vincere le tentazioni scegliendo di ingerire un alimento che ha un rilascio glicemico un po' più lento e perciò tiene il passo col calo insulinico. Di questa informazione è bene far tesoro in periodi come questo, nei quali si cerca di dimagrire un po', perché può aiutarci a prevenire la voglia matta di dolce!

Mi scuso per questo tentativo di banalizzare un processo così complesso, ma un'infarinatura è indispensabile per capire perché questi valori siano così importanti. Innanzitutto per chi è sovrappeso tutto quello che abbiamo detto serve a capire come avviene la produzione del nostro grasso corporeo e ci aiuta anche a comprendere il perché l'attività fisica (e con "attività fisica" intendo anche una buona passeggiata) sia così importante dopo aver mangiato più del dovuto. La cosa che mi preme più di tutte trattare, però, è la connessione che c'è tra la glicemia e le cellule tumorali, perché ovviamente è una cosa che mi riguarda in prima persona. Secondo gli studi del Prof.Franco Berrino, le cellule tumorali sono molto più "golose" di glucosio rispetto alle loro colleghe sane, quindi se noi facciamo in modo di tenere a bada i nostri valori glicemici, possiamo riuscire ad "affamarle" e quindi ad avere qualche potere sulla loro espansione... oppure nel caso in cui stiamo facendo la chemioterapia, possiamo indebolirle per fare in modo che i farmaci abbiano su di loro un effetto superiore.
(per un utile approfondimento, vedere questo link: http://coachalimentare.it/alimentazione-in-chemioterapia-di-franco-berrino/ nel quale il passaggio saliente è nell'ultimo paragrafo)

Ovviamente ogni alimento ha un potenziale glicemico differente dagli altri e questa differenza non dipende solo da quanto zucchero esso contiene originariamente... infatti un'altra cosa importantissima da sapere è che la nostra digestione TRASFORMA in glucosio tutta una serie di nutrienti che originariamente hanno una struttura molto più complessa: è il caso ad esempio dei carboidrati (ma non solo), non per niente chiamati anche "zuccheri complessi". Quindi non è sufficiente limitare o addirittura eliminare la quantità di dolci che mangiamo, pur essendo questa una cosa davvero fondamentale, è altrettanto importante saper riconoscere anche tutti gli altri alimenti che ci possono causare notevoli innalzamenti della glicemia, per poterne moderare il consumo di conseguenza. Questa cosa è possibile ed è pure piuttosto semplice, conoscendo l'INDICE GLICEMICO degli alimenti... ma è un argomento che approfondiremo meglio nel prossimo articolo, altrimenti questo diventa di una lunghezza infinita!!! ;o)))

Detto tutto questo diventa molto più facile capire tutta una serie di motivazioni legate alle restrizioni della mia dieta adiuvante alle terapie oncologiche (per chi non la conoscesse guardare qui) perché, per non "dare da mangiare" alle cellule tumorali, devo fare in modo di contenere più possibile il livello di glucosio nel sangue e questo è possibile solo eliminando gli alcolici, bandendo tutti i dolci, preferendo gli alimenti che contengono parecchie fibre (quindi quelli integrali), limitando la frutta soprattutto se molto zuccherina e in ogni caso non mangiandola mai a fine pasto perché, in uno stomaco già pieno, rimarrebbe parecchio a lungo prima di essere digerita e in questo tempo fermenterebbe causando successivamente un innalzamento della glicemia molto più elevato e rapido.

Un'ultima cosa molto importante da dire è che l'attività fisica fatta dopo l'assunzione di cibi dolci è fondamentale per chi desidera perdere peso e non assimilare tutte le calorie di quello che ha mangiato, nel mio caso però (pur essendo indispensabile per mille altri motivi) non aiuta affatto a evitare di nutrire le eventuali cellule malate, per me la cosa più importante è quella di eliminare il più possibile gli zuccheri, a prescindere dalla rapidità con cui li posso metabolizzare e bruciare. In soldoni devo comportarmi come se fossi una persona diabetica, che però non ha la possibilità di utilizzare grandi dosi di insulina da iniettarsi... cosa che può anche essere un po' pesante da un lato, ma - tornando a quello che dicevo in apertura - mi permette di passare indenne dal periodo delle feste, nel quale quest'anno infatti sono addirittura dimagrita di un chilo!!!!!!!!!!! :o)))