Ovviamente quando uno si sente dire che è malato, la prima reazione che ha - non appena si riprende dal trauma ;o) - è quella di cercare di fare quanto più è in suo potere, per guarire o comunque per migliorare il più possibile la propria condizione. Questa è esattamente la cosa che è successa anche a me!
Per carattere non sono mai stata una che abbassa volentieri la testa senza combattere. Non lascio che il corso degli eventi mi trasporti con la sua corrente impetuosa, soprattutto quando mi rendo conto che ci sono le rapide nelle vicinanze... io prendo la mia bella pagaia e mi metto a remare!!! Certo non si può pretendere di andare controcorrente, la vita scorre solo in avanti questo lo so, ma per lo meno io voglio tentare di schivare i massi più grossi, voglio cercare di rimettermi dritta dopo le cascate... uscendo dalla metafora: nella mia situazione attuale, non mi basta sapere che sto facendo SOLO la cura che i medici "classici" hanno scelto per me senza tentare NIENT'ALTRO che dipenda da me.
Forse è solo una grandissima illusione, visto che se sono destinata a fracassarmi contro una roccia non ci sono pagaie che tengano, ma io penso di poter fare una qualche differenza! La mia dieta, il mio ottimismo, le preghiere (le mie e quelle che chiedo a chiunque mi domandi "Lisa, come posso aiutarti?"), pure questo blog... tutto quanto fa parte dei miei colpi di pagaia per tentare di oltrepassare le rapide e arrivare al punto dove il fiume scorre di nuovo lento e tranquillo.
E' in quest'ottica che mi sono documentata e che ho cercato dell'altro, oltre alle terapie classiche. E' sempre in quest'ottica che sono andata a fare la visita a Milano per la dieta. E' ancora in quest'ottica che mi sono iscritta in palestra o che mi sono fatta insegnare una sequenza di Yoga Flow, da fare la mattina appena alzata.
Non credo di essere una stupida e non ho scelto di credere alle soluzioni miracolose o improbabili, ma ho dato ascolto a quelle che mi parevano plausibili, quelle che avevano un fondamento scientifico e che erano supportate da studi seri e statistiche dimostrative.
Restando coi piedi per terra, sono consapevole che la "dieta miracolosa" non esiste, ma non posso neanche ignorare il fatto che ci sono studi internazionali che hanno dimostrato come l'alimentazione influisca in modo sostanziale sulle percentuali di guarigione dal cancro e di prevenzione delle recidive successive. Per esempio, i dati di uno studio americano valido e riconosciuto (a cura dell'American Institute for Cancer Research) sono consultabili su questo sito:
http://www.dietandcancerreport.org/
In Italia abbiamo l'AIRC che diffonde pressappoco le stesse informazioni, guardate cosa ci consiglia per la prevenzione del cancro:
http://www.airc.it/prevenzione-tumore/alimentazione/stili-vita-anti-cancro/. L'avete letto? "Evitare un tumore su 3"... uno su 3... significa il 33,33% di malati in meno! Poi per completezza, datevi uno sguardo anche alle risposte alle domande frequenti sul sito dell'AIRC:
http://www.airc.it/prevenzione-tumore/alimentazione/faq/.
E anche per chi il tumore ce l'ha già, pare proprio che l'alimentazione abbia una fondamentale importanza. Guardate questo documento dell'Istituto Nazionale dei Tumori:
http://www.istitutotumori.mi.it/upload_files/I%204%20pilastri%20della%20dieta%20adiuvante.pdf
Le frasi che mi appaiono fondamentali sono:
1- "Le cellule tumorali che
si formano nei nostri organi, o che si disseminano quando un tumore
invade i vasi sanguigni o linfatici, sono come dei semi che
germoglieranno e daranno origine ad una pianta solo se si trovano in
un ambiente favorevole, nel terreno giusto, ricco del nutrimento
indispensabile alla loro crescita. Se invece il terreno è povero e
arido moriranno. Le nostre cellule inoltre hanno la capacità di
suicidarsi quando sono alterate, e il suicidio sarà tanto più
facile quanto più il nostro ambiente interno, il nostro terreno,
renderà più difficile la loro sopravvivenza."
2- "Un’altra conoscenza
ripetutamente confermata, almeno per i tumori del colon e della
mammella, è che chi fa esercizio fisico si ammala di meno, e chi si
è ammalato, a parità di stadio della malattia, se fa esercizio
fisico ha una prognosi migliore."
Francamente spero proprio che abbia ragione il Prof.Berrino e che tra 20 o 30 anni sarò sempre qui a stressarvi
parlando di alimentazione! In ogni caso sono convinta che non sia importante solo il "quanto
tempo" si vive, ma piuttosto e soprattutto il "come si sta" in questo tempo... si tratta di dignità dell'esistenza, di
qualità della vita e non solo della quantità. Io sto già sperimentando sulla mia pelle quanto quest'alimentazione sia utile, ho già fatto 5 cicli di chemioterapia e non ho mai avuto una nausea, né problemi al tubo digerente, né mucositi importanti... sono cose di fondamentale importanza per chi si trova nella mia situazione!!! :o)))
Con questo post ho voluto rispondere a qualche persona che nei giorni passati mi ha paragonato questo "metodo" a quello del bicarbonato e limone da bere la mattina... il fatto che in rete girino una serie di informazioni senza il minimo fondamento scientifico, non vuol dire che tutto ciò che gira su web sia per forza una bufala!
E comunque... come diceva Oscar Wilde: "La Vita è una malattia sessualmente trasmissibile con esito inevitabilmente
mortale", perciò evitiamo di prenderci troppo sul serio, perché se non è questa volta qui, prima o poi arriverà anche l'ultima discesa di rafting... per tutti.