Non mi soffermo nemmeno a trattare il caso di chi acquista solo perché un prodotto ha un buon sapore... non credo che i "golosi fondamentalisti" leggano un blog salutista e, se lo fanno, credo che questo articolo possa addirittura causar loro un attacco di panico! ;o)
Io vorrei rivolgermi a tutte quelle persone che, quando fanno la spesa, hanno il desiderio di curare la loro salute a partire dalla buona tavola, perché purtroppo non è detto che sia così facile o scontato riuscire a scegliere per davvero la genuinità, nonostante si abbiano le migliori intenzioni. L'industria alimentare molto spesso ci convince che certi prodotti fanno bene e che sono naturalissimi, ma l'unico modo che abbiamo per poterci districare dal grovigio di informazioni "truccate" che ci vengono passate dagli spot, è imparare a leggere correttamente le etichette!
Badate bene che non sto parlando della sezione sui valori nutrizionali (quella nella foto qui a fianco, per capirci), ma della sezione sugli INGREDIENTI. Se qualcuno venisse a fare la spesa insieme con me, si accorgerebbe subito di quanto io studi ogni singola etichetta prima di mettere un prodotto nel carrello e di quante volte, purtroppo, il prodotto torni al suo posto sullo scaffale. Se mi guardo intorno al supermercato, però, mi accorgo di essere una pecora nera... tranne pochissime persone, che controllano solo le calorie, i grassi o al massimo la scadenza, quasi tutte le altre comprano senza porsi alcun dubbio ed è per questo che ho pensato che parlarne possa essere utile.
C'è un libro spettacolare che ci può illuminare in proposito, si intitola "In difesa del cibo" (di Michael Pollan) che per chi non ama leggere, viene riassunto dal prof.Berrino in poche simpatiche parole in questo video: Quali-sono-i-consigli-per-andare-al-supermercato. I punti fondamentali sono molto semplici: fate finta di poter fare la spesa insieme con la vostra bisnonna... comprate solo quello che avrebbe trovato in vendita anche lei quando era giovane; leggetele l'etichetta e non acquistate niente che contenga qualcosa che lei non sa che cosa sia oppure che lei non riconosce come cibo; evitate i prodotti troppo elaborati che contengono più di 5 ingredienti; infine sarebbe consigliato evitare i prodotti sugli scaffali, che sono quelli industriali, e optare per il banco alimentare o per i prodotti freschi dell'area frutta e verdura.
Le etichette PER LEGGE sono obbligate a riportare, per ogni prodotto, tutti gli ingredienti contenuti in quantità superiore all'1% e (sempre per legge) gli ingredienti devono essere indicati in ordine decrescente di peso, perciò il primo ingrediente in lista è quello principale, mentre l'ultimo è quello presente solo in piccola parte... viene da chiedersi quanto siano sani tutti quei prodotti che nella lista per prima cosa riportano lo zucchero!
Qualsiasi cosa ci possa promettere la pubblicità, la verità può essere sempre dedotta dall'accurata lettura degli ingredienti. Abbiamo già trattato la presa in giro più classica, quella cioè di definire un alimento "integrale" quando invece è prodotto a partire dalla farina raffinata con l'aggiunta di crusca (in questo articolo: alimentazione-naturale-o-alimentazione-vegana), abbiamo anche già visto come troppo spesso l'industria alimentare faccia un uso smodato del non proprio salutare olio di palma (l'articolo è questo: olio-di-palma-no-grazie), ma non sono solo queste le cose a cui prestare attenzione.
Facciamo una rapida carrellata dei controlli che sarebbe bene fare ogni volta che compriamo qualcosa!
- Se vogliamo prendere un prodotto integrale per davvero, la farina integrale DEVE essere la prima farina riportata in etichetta, anzi sarebbe pure meglio se fosse anche l'unico tipo di farina riportata;
- Leggiamo bene anche le scritte tra parentesi, sono le spiegazioni di come è composto l'ingrediente che le precede, ad esempio: "Lievito madre (farina, acqua)", oppure il già citato esempio: "Farina integrale (farina bianca 80%, crusca 20%)", che in realtà non è farina integrale proprio per niente!
- Attenzione anche ai prodotti sui quali troneggia la scritta "lievitato naturalmente", controllando spesso notiamo che vengono riportati tra gli ingredienti in etichetta, oltre alla pasta acida, chiamata anche lievito madre, o lievito naturale (che si fa solo con farina, acqua e tanto tempo per la naturale fermantazione), anche altri lieviti, batteri lattici e zuccheri, tutte cose utili per diminuire i tempi di riposo. I lieviti chimici se possibile vanno evitati tutti quanti, non ci facciamo fregare da una scritta a caratteri cubitali posta in bella vista sul davanti delle confezioni, quando sul retro c'è scritto esattamente quali aggiunte chimiche ha apportato il produttore... e ricordiamoci che la scritta generica "Lievito" in etichetta è riferita sempre a quello chimico;
- Fino al 14 dicembre 2014 (termine ultimo di entrata in vigore del Regolamento Europeo n.1.169/2011) facciamo attenzione alla scritta "grassi vegetali", perché fino a quella data non sarà obbligatorio indicare di quale specifico olio vegetale si tratti e spesso con questa descrizione ci si riferisce a oli tropicali ricchi di grassi saturi, dei quali l'olio di palma è il maggior esponente. In questo caso, per capire se si tratta di un olio vegetale che fa male, può essere utile aiutarsi con la tabella dei valori nutrizionali, nella quale controllare la quantità riportata alla riga, relativa ai grassi, denominata "di cui saturi": se quelli saturi sono in buona percentuale su quelli totali, solitamente significa che l'olio vegetale utilizzato non è di quelli più genuini;
- Per chi, come me, ha fatto la scelta vegan, state ben attenti ai derivati animali "nascosti"... spesso c'è il latte o l'uovo o il miele in prodotti quasi impensabili;
- Prestiamo attenzione in modo particolare agli zuccheri, pure questi molto spesso presenti laddove uno nemmeno se lo aspetterebbe (perfino nei piselli c'è lo zucchero, come si nota dalla foto qui accanto), ma soprattutto facciamo molta attenzione agli zuccheri camuffati dietro nomi diversi: sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio, succhi concentrati, maltosio, maltitolo, malto d'orzo o di riso o di mais o di frumento... ecc.
- Controlliamo infine anche gli additivi: conservanti, coloranti, addensanti, aromi, ecc. e cerchiamo di scegliere fra i prodotti che non ne contengono affatto. In ogni caso per completezza di informazione (può essere utile sapere come distinguerli), si tratta di tutti quegli ingredienti descritti da un codice alfanumerico, che se inizia con la lettera "E" è riferito a un elemento riconosciuto e permesso in tutto il terrotorio UE (questo riconoscimento però non significa che si tratti di un ingrediente salutare!).
La distinzione è all'incirca questa:
- Coloranti da E100 a E199 (del colore se ne può fare tranquillamente a meno, in corpo c'è buio, come si dice in Toscana!)
- Conservanti da E200 a E299 (meglio scegliere alimenti freschi)
- Antiossidanti da E300 a E322 (idem)
- Correttori di acidità da E325 a E385 (perché correggerla?)
- Addensanti emulsionanti stabilizzanti (da E400 a E495)
- Infine gli aromi non seguono la numerazione di cui sopra, ma possono essere indicati genericamente sotto la macrovoce "Aromi", possono essere sia sintetizzati in laboratorio (prodotti chimici), che naturali... questi ultimi ovviamente sono gli unici che si possono utilizzare nei prodotti biologici e devono essere sempre indicati specificamente come "Aromi naturali".
Questo articolo mi è piaciuto molto, in questi giorni ti contatterò tramite mail per chiederti qualche consiglio =) Grazie, Claudia
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