Vegan, ma non solo!

Dieta vegetale, ma non solo... qui si tratta di alimentazione naturale a 360°, di stile di vita sano, di scelte consapevoli, chiamiamola pure "salute allargata": salute del corpo, della mente, dello spirito, ma anche salute dell'intero pianeta.

venerdì 31 ottobre 2014

Goodbye all'Antipatico


Di nuovo un post "fuori tema" rispetto all'argomento principale del blog, di nuovo un aggiornamento sul mio percorso medico... e che aggiornamento!!!

Prossimo step previsto (finalmente è prettamente estetico!) tornare ad avere di nuovo le mie unghie lunghe e tornare ad avere di nuovo i miei occhi! Sì, insomma... le ciglia e le sopracciglia: smettere di doverle truccare per avere una qualche parvenza di lineamenti del volto. :o)))
Sì, perché poi i lineamenti sono l'unica cosa di cui sto sentendo davvero la mancanza, m'importa parecchio meno dei capelli... ci ho convissuto abbastanza bene con la mia testa rapata, in fin dei conti! La parrucca non l'ho voluta per scelta e se non fosse stato per una piccola piaga sul cuoio capelluto, che per tutto il periodo della chemio non si è rimarginata, forse avrei ostentato la mia bella testa nuda per tutto il tempo, senza nemmeno coprirla con bandane o foulard.

Comunque, al solito ho divagato, stavo dicendo... oggi ho avuto finalmente delle splendide notizie: stamattina sono andata a ritirare il referto istologico dell'intervento che ho fatto all'inizio di ottobre e al di là delle mie più rosee aspettative è completamente negativo! Ieri quando mi hanno chiamata da Careggi, mi hanno dato la scelta tra l'orario delle 9.30 e quello delle 13.00... figuriamoci: io ero già in ansia mentre ero a telefono, ma chi ci arrivava all'una di oggi!? Così, anche se mi sono dovuta alzare alle 5.30 (il treno partiva dalla stazione più vicina alle 7.28 e c'è quasi mezz'ora di macchina da casa mia), non ho avuto il minimo dubbio e ho scelto il primo appuntamento!!!

Ovviamente la mia mente oggi non ha fatto che ripercorrere un'altra giornata molto simile, di qualche mese fa: un altro referto istologico, un altro ospedale, un altro chirurgo... e un altro tipo di notizia per fortuna! Non ho potuto fare a meno di fare il paragone istante per istante con tutto quello che ho vissuto quel giorno: la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava, mentre aspettavo il mio turno nel corridoio di Siena, contro il mio più caldo ottimismo di stamattina a Firenze; la rabbia sorda di vedere il chirurgo che mi ha operata a Le Scotte che si è defilato il prima possibile, dopo avermi detto che avevo un tumore (senza almeno chiedermi scusa per non averlo riconosciuto negli 8 mesi precedenti), contro la gioia di vedere i due pollici alzati del chirurgo di Careggi, che sorridendo stamani mi ha detto "è andato tutto bene!"; la sensazione di stare per soffocare provata a fine aprile quando, uscendo dall'ambulatorio, pensavo che dovevo trovare il modo di dirlo ai miei genitori, contro la leggerezza e la gioia di fare stavolta una telefonata confortante.

L'unica cosa che ricordo in modo positivo di quel giorno in senologia a Siena, è l'abbraccio caldo e consolante che mi ha dato l'infermiera che lavora lì... Lorella, sì, sto parlando proprio di te! :o))) Lo so che segui il blog e desidero ringraziarti "pubblicamente" per quel gesto che potrà sembrarti anche banale, ma che per me ha significato davvero moltissimo, te l'ho già detto anche a quattr'occhi. Forse perché la compassione (non nel senso di "pena", ma in quello etimologico di "patire insieme con") che mi hai dimostrato con le tue lacrime disinteressate non mi ha fatta sentire "sola" in quel momento. Era come se ci fosse qualcuno che mi diceva "tranquilla, ci sono qui io a stare un po' male insieme con te"... eri una sconosciuta quel giorno, ma sono davvero felice che la vita ci abbia fatte incontrare di nuovo e che ci abbia avvicinate, grazie allo yoga. :o)

Tornando al presente, ci ho messo una buona mezz'ora per calmare i battiti del cuore, una volta uscita dall'ospedale stamattina... come al solito quando mi emoziono mi viene l'extrasistole, ma stavolta l'ho benedetta: come dicono i Negrita "è solo vita che entra dentro"!
E mentre cercavo di tranquillizzarmi, facendo a piedi i 20 minuti di strada fino alla stazione, riflettevo anche sull'altra novità improvvisa di oggi: a questa camminata fiorentina ne seguiranno tante altre, perché ho deciso di fare la radioterapia a Careggi... decisione presa d'impeto (mi toccherà ammettere di essere un'istintiva, prima o poi!), basata solo sulla sensazione del momento, nonostante nei giorni scorsi avessi ben valutato tutti i lati positivi del fare la radio a Siena, che è immensamente più vicina e dove potrei andare in macchina, senza essere legata agli orari ferroviari. Però poco prima ero lì, con il "chirurgo buono" davanti a me, con la sensazione di essere nel posto giusto, "protetta" e "al sicuro", mentre se pensavo a Le Scotte mi tornavano in mente tutti quei paragoni negativi... e ho sentito la mia voce che rispondeva, prima ancora che i miei pensieri passassero dall'area cognitiva del cervello, "Sì, sì, vengo a Careggi a fare le radio! Mi farò una passeggiata dalla stazione a qui, tanto camminare non può che farmi bene!".

Beh, detta in questo modo quella dei due chirurghi pare la storiella del poliziotto buono e di quello cattivo, però è tutto vero... Careggi è davvero un altro mondo! O per lo meno lo è la Breast Unit!!!
Dove lo trovate un altro reparto nel quale il direttore è così scrupoloso da fare personalmente tutte le visite alle pazienti che opererà e che fa addirittura pure le medicazioni e i controlli successivi all'intervento? Io non posso che dirne bene, sono stata seguita fin dalla prima visita in un modo esemplare: mi sono stati fatti tutti i possibili controlli ed esami, anche quelli che le altre strutture ospedaliere, dove ero stata per avere più pareri possibili, non avevano neanche preso in considerazione... ci si sente per forza in buone mani con così tanta attenzione! E quindi ora sono strafelice di aver scelto Careggi anche per le radioterapie, di aver seguito l'istinto e di aver cambiato idea in extremis... speriamo solo che non stia per arrivare il grande periodo delle piogge torrenziali!!!  ;o)

Mentre ero in treno, al ritorno, ho tempestato tutti i miei amici di messaggini per dire che era andato tutto bene... un messaggio di poche righe, molto simile per tutti quanti, nel quale avvisavo che la chemioterapia era stata un successo e che l'istologico era completamente negativo... mi ha fatto un piacere immenso ricevere diverse risposte che mi ricordavano che non era stata solo la chemio a funzionare, ma che anche l'alimentazione e lo stile di vita avevano avuto il loro gran bel peso. Ne sono convinta anch'io, ne sono profondamente certa, il mio impegno su questo blog non sarebbe motivato se non lo credessi davvero... spero di poter essere d'aiuto a quelli che si trovano nella mia stessa situazione e che scelgono di adiuvare le terapie classiche con l'alimentazione, spero di risparmiar loro i tempi delle ricerche su internet e le cernite tra bufale e realtà che ho dovuto fare io, spero di poter essere utile a chi ha bisogno di confrontare la propria esperienza con quella di qualcun altro... semplicemente "spero", come non ho mai smesso di fare, con fede, fino a ora, per me stessa!

A questo punto mi resta da fare solo un ultimo doveroso ringraziamento...
Grazie all'Antipatico, grazie con tutto il cuore! Perché mi hai permesso di tirare fuori una parte di me che non credevo neanche di possedere... e che mi è piaciuta! Grazie per avermi fatto vedere quante persone ho intorno che mi vogliono bene! Grazie per aver sconvolto la mia vita al punto di avermi fatto capire "cosa voglio fare da grande" e grazie per avermi dato la spinta per iniziare già a farlo! Grazie davvero e sinceramente... non scherzo... grazie, sì... grazie, però... però mandami una cartolina dal posto in cui ti trovi e poi restaci, giuro che non ti dimenticherò mai, ti devo davvero molto... però adesso fammi un favore, guarda di non tornare più!!!


mercoledì 29 ottobre 2014

Alimentare lo spirito

In un blog nel quale si parla di alimentazione e salute a 360° voglio soffermarmi un attimo a prendere in considerazione gli effetti che può avere il cibo sull'equilibrio emotivo o spirituale e non soltanto quelli (ovviamente importantissimi) sulla salute fisica del corpo​.

"Noi siamo quello che mangiamo"... l'alimentazione influenza senza ombra di dubbio anche il nostro stato emotivo, per averne una prova basta pensare agli esempi più eclatanti: all'effetto che hanno gli alcolici sulla nostra lucidità oppure all'eccitazione che dà il caffè. E' logico pensare quindi che, pur se con minore intensità rispetto a quelli appena citati, anche altri alimenti possano avere effetti sul nostro stato d'animo, soprattutto è logico pensare che certi alimenti che hanno capacità d'influenzarci in modo poco percettibile quando vengono mangiati di rado, abbiano tanto più potere "intossicante" se vengono assunti con molta frequenza... sono pronta a scommettere che chi ama sentirsi fresco e riposato non potrebbe mai mangiare il fritto a colazione, pranzo e cena ogni giorno, no?! ;o)))
Inoltre ci sono alimenti che creano una sorta di dipendenza: più se ne mangiano più si ha voglia di mangiarne e questa non è forse un'altra sorta di intossicazione mentale?! Ricordo una mia amica che se non beveva almeno un Estathe ogni giorno diventava molto nervosa... quando non lo aveva in casa poteva fare anche chilometri per andare a comprarselo, diventava una vera priorità per lei!

Quello su cui desidero riflettere, però, va un po' più in là delle semplici constatazioni post-digestive, tutti sappiamo già che quello che mangiamo può farci sentire stanchi o energici, appesantiti o leggeri... e che quello che beviamo può renderci agitati, o confusi, o euforici, oppure addirittura rilassati se si tratta di una camomilla! Quello su cui desidero riflettere è qualcosa che nasce dalla mia personalissima esperienza degli ultimi mesi, qualcosa che non ho possibilità di provare se non con la mia testimonianza diretta, qualcosa che posso motivare solo per deduzione logica: l'alimentazione condiziona i nostri stati d'animo più di quanto io potessi immaginare. Non ho trovato materiale su studi scientifici in merito, ma ho letto su altri blog le mie stesse riflessioni e ho riscontrato conversando con altre persone vegane le mie stesse impressioni, perciò mi pare giusto dedicare qualche riga all'argomento.

A dire il vero ci sarebbero delle letture che ho fatto che suffragano la mia ipotesi, ma non so in quanti possano conoscere quei testi... perché si tratta di testi di profeti indiani!

Premetto che sono cristiana, addirittura ex insegnante di catechismo e che la mia fede non è assolutamente in discussione, ma non apprezzo certe chiusure dogmatiche, per cui negli anni ho sviluppato una mia personale modalità di credere: io non riesco a fossilizzarmi su di una religione aggrappandomi ai suoi dogmi senza farmi qualche domanda. Amo studiare, amo documentarmi, amo la ricerca della Verità, convinta che essa possa solo confermarsi e mai contraddirsi... e quando ho passione per un argomento non posso non approfondirlo. In quest'ottica, essendo la Fede uno dei fondamenti della mia vita, ho desiderato con tutto il cuore conoscere anche le altre culture o meglio le altre religioni, con la convinzione che potevo solo trarne dei buoni insegnamenti in più!

Piccola parentesi... la cosa bella che ho scoperto è che i profeti di tutte quante le diverse religioni, ci dicono in sostanza la stessa cosa: Dio risiede nell'amore, anzi DIO E' L'AMORE, a prescindere da quale nome gli diamo (Padre, Krishna, Buddha, Jahvè, Geova, Allah, Universo, Destino, Energia, ecc.). La cosa brutta che ho notato è che l'interpretazione che è stata data a quegli insegnamenti così simili, porta immancabilmente il genere umano a farsi la guerra in uno di quei nomi di Dio!

Tornando a noi... nelle culture orientali si trovano spesso delle correlazioni tra l'alimentazione e la spiritualità, addirittura alcune religioni richiedono uno stile di vita vegano ai praticanti: ad esempio il Mahatma Gandhi è stato un vegano convinto e imponeva la stessa regola ai suoi discepoli! Comunque nelle religioni orientali si trovano frequenti accenni al non usare gli animali come cibo: o perché esseri senzienti che non vanno fatti soffrire, oppure perché si crede nella reincarnazione dell'anima anche negli animali, o ancora in quanto alcuni vengono considerati sacri oppure impuri, o infine (ed è la teoria che preferisco) per amore globale verso tutta la natura, ivi compresi gli animali, in quanto riflesso dell'essenza divina. Quest'ultimo è un concetto che forse manca nella religione cristiana, ma in fin dei conti non va in contraddizione, anzi, in un certo qual modo la integra... infatti perfino nella cultura cristiana alcuni santi della tradizione si alimentavano in modo molto povero, fondamentalmente vegetale (una lista interessante può essere trovata a questo link).

Ma perché questo legame tra spiritualità e alimentazione? Cosa hanno a che vedere le due cose fra loro? Il grande profeta indiano Sri Yukteswar, maestro di Paramahansa Yogananda, sosteneva (nel suo libro "La scienza sacra") che alimentarsi con proteine animali fosse innaturale per l'essere umano e che la conseguenza di questo "errore alimentare" fosse una generale intossicazione dell'organismo, con conseguente mancanza di equilibrio emotivo/morale/spirituale. Cito il passaggio più significativo: "Un'incrollabile forza morale si consegue coltivando le astensioni religiose (ossia evitando la crudeltà, la disonestà, l'avidità, il modo di vivere innaturale e il possesso di cose superflue) e le osservanze religiose (purezza nel corpo e nella mente, vale a dire purificare interiormente ed esteriormente il corpo da tutte le sostanze estranee che fermentando sono causa di varie malattie dell'organismo)". Yukteswar con "sostanze estranee" intende tutte quelle che lui deduce essere innaturali per l'alimentazione dell'essere umano. Per ulteriori informazioni, rimando a un articolo precedente nel quale ho già riportato quelle sue deduzioni (Frugivori... lo siamo, ma (forse) non lo sappiamo!).

L'unica cosa che in occidente sono riuscita a trovare di paragonabile a questa perla di saggezza indiana, si trova nel film/documentario americano "Super size me", nel quale il protagonista fa l'esperimento di mangiare per un periodo di un mese, tutti i giorni, TUTTI i suoi pasti in un famosissimo fast food e racconta nel film le reazioni che il suo corpo e la sua mente hanno nel periodo in cui si svolge l'esperimento. In pochi giorni (oltre a ingrassare di parecchi chili e rovinarsi esami del sangue e regolarità dell'apparato digestivo) il protagonista diviene nervoso e irascibile, dorme male la notte, non riesce più a concentrarsi... in poche parole perde il proprio equilibrio, che è quanto di più indispensabile alla vita spirituale.
Il film in realtà era stato fatto per dimostrare che il cibo dei fast food fa ingrassare vertiginosamente e che quindi causa obesità (e tutti gli altri problemi di salute connessi) piaga di tantissimi americani, ma indirettamente ci fornisce anche un sacco di altre informazioni che ci possono aiutare a capire quanto l'alimentazione sia fondamentale nel condizionare a tutto tondo la nostra qualità di vita.

Torno a ciò che dicevo qualche riga più su... io non ho la possibilità (né la presunzione) di poter dimostrare inconfutabilmente che l'alimentazione sana e naturale possa contribuire a farci salire qualche gradino sulla scala dell'elevazione spirituale, ma allo stesso tempo so che oltre a fidarmi di ciò che dicono gli illuminati orientali, mi fido delle mie sensazioni e delle mie esperienze, perciò non posso ignorare il fatto che negli ultimi mesi (da quando mangio in modo naturale e completamente vegetale) io ho sentito crescere sempre più dentro di me l'equilibrio, la capacità di meditare, la serenità profonda, il distacco dalle emozioni negative, la voglia di perdonare, l'accettazione del destino per ciò che è... e ci tengo a sottolineare che negli ultimi sei mesi il mio destino non è stato proprio il più facile che si possa immaginare!
Possibile che sia solo una coincidenza?!? ;o)))


lunedì 27 ottobre 2014

L'importanza dell'integrale

Qualche giorno fa parlavo di farine integrali con mio babbo che è stato il capo mugnaio di un importante molino industriale per molti anni della sua vita. Mi ha spiegato come venivano prodotte le farine dove lavorava lui, procedure che non erano molto diverse da quelle di tutti gli altri grandi molini concorrenti.

Tutto è iniziato perché io sostenevo che le farine integrali sono quelle che contengono il chicco intero macinato con tutte le sue componenti, ma in pratica ho scoperto che questa è solo una gran bella illusione perché, soprattutto a livello industriale, la farina integrale viene fatta con quella bianca alla quale vengono aggiunti di nuovo i cruscami tolti all'inizio del procedimento di lavorazione. I macchinari industriali sono progettati per fare così, lavorano in sequenza l'uno dietro l'altro e non è più prevista la macinazione del chicco intero come veniva fatto una volta, perché dopo non sarebbe più possibile separare la crusca dal resto.

Incuriosita e anche un po' arrabbiata, mi sono fatta spiegare per bene come funziona il lavoro molitorio o per lo meno come funzionava da lui, alla grande industria. Il chicco, che arrivava intero, veniva innanzitutto separato dalla crusca, successivamente era privato del germe (che veniva venduto a parte come "germe di grano"), così quello che restava da macinare era solo la parte amidacea dalla quale veniva ricavata la farina bianca che attraverso vari processi di lavorazione poteva diventare di tipo 00, 0, 1, 2 oppure integrale. Nel lavorare la tipo 2 (semintegrale) o la integrale, alla farina bianca ottenuta nella prima fase di lavorazione veniva riaggiunta una parte dei cruscami che erano stati tolti inizialmente, mentre il germe non era neanche preso in considerazione, perché per sua natura (tende a irrancidire molto velocemente) avrebbe portato tutta quanta la farina che lo conteneva ad avere un tempo di scadenza di gran lunga inferiore.

Per capire i diversi tipi di farina mi sono fatta dare una piccola ulteriore spiegazione: la classificazione delle farine viene fatta in base alle "ceneri residue"... in pratica la farina viene bruciata e viene misurato quello che è il residuo della combustione (composto di solito dai minerali o dai loro ossidi, che non bruciano), tanto più è basso questo residuo tanto più la farina viene considerata "pura". Mi spiego meglio: "00" significa che ci sono pochissimi residui, "0" che ce ne sono pochi, "1" che ce ne sono un po' di più, la tipo "2" (farina semintegrale) ne ha parecchi, nella integrale ce ne sono tantissimi. Non sto a dilungarmi sul fatto che questi residui incombusti sono quelli dei nutrienti che più sono utili al nostro organismo... per cui meno ce ne sono, più la farina risulta "povera"!

Ovviamente sta a noi accertarci di cosa compriamo, innanzitutto tenendo conto che fa fede solo l'etichetta contenente l'elenco degli ingredienti (come già spiegato in questo articolo precedente), ma stando anche attenti alle leggi vigenti e ai loro "trucchetti". E' indispensabile infatti notare anche che esiste una normativa ben precisa sulle farine alimentari (vedere qui), nella quale si parla di ceneri minime e massime o di proteine minime e massime per definire la tipologia di farina (ad esempio quella di grano tenero integrale deve avere, in percentuale, ceneri tra 1.30 e 1.70 e proteine massime pari a 12.00), ma non si parla mai di obbligo di reinserire sia i cruscami che il germe per ottenere questi risultati, quindi è molto probabile che nelle comuni farine integrali che troviamo in commercio, non siano contenute in proporzione fedele tutte le parti del chicco naturale. L'unico modo per essere sicuri che il cereale sia presente nella sua interezza è quello di conoscere il produttore e poterlo quindi verificare di persona, oppure possiamo optare per l'acquisto di un piccolo molino casalingo e macinarci direttamente i chicchi nel momento del bisogno... cosa che tra l'altro ci garantirebbe anche l'estrema freschezza della farina così ottenuta. Io sono in attesa di ricevere quello che ho ordinato nei giorni scorsi su internet!!!

Ma torniamo ad analizzare i processi industriali e le loro dirette conseguenze...
Per maggiore chiarezza esplicativa, credo sia utile vedere come è fatto un chicco di un qualsiasi cereale intero (quindi integrale!): il chicco è composto nella parte esterna dalla crusca, che è un "rivestimento" di vari strati che hanno la funzione di proteggere l'interno dalla luce solare, dall'attacco di parassiti, dalle malattie della pianta, dal contatto diretto con l'acqua piovana, ecc. Poi c'è il germe che è la parte "viva" del chicco, rappresenta cioè l'embrione che, se viene fecondato dal polline, successivamente darà vita a una nuova spiga. Infine la parte maggiore del chicco è costituita dall'endosperma, che serve da riserva energetica per la nuova piantina che germoglierà.

Le proprietà nutritive delle varie parti del chicco sono ovviamente molto differenti tra loro: la crusca contiene fibre, antiossidanti, fitonutrienti, vitamine, ferro, zinco, rame, magnesio. Nel germe invece sono contenute vitamine del gruppo B, vitamina E, antiossidanti, fitonutrienti e grassi insaturi. L'endosperma infine è molto meno ricco di nutrienti (non ha particolari qualità in quanto a vitamine e sali minerali) e contiene quasi unicamente carboidrati (amido) e proteine, è quindi molto triste pensare che le farine più raffinate contengano SOLO quest'ultima parte!!!

Un tempo, quando i chicchi venivano consumati nella loro forma integrale, le farine erano complete di tutte queste sostanze nutritive, ma perché con l'avvento dell'industria abbiamo perso questa sana abitudine? Tutto è avvenuto gradualmente, mentre si ricercavano sapori più delicati per battere la concorrenza oppure in funzione di consistenze più soffici o ancora per garantire una maggiore conservazione nel tempo... il prodotto integrale è quindi divenuto meno remunerativo per l'industria alimentare e così un poco alla volta ci siamo abituati a mangiare tutto quanto raffinato, ma purtroppo così facendo abbiamo perso in naturalezza e in salubrità dei prodotti alimentari. Infatti i cereali integrali, al contrario dei loro fratelli raffinati, hanno tantissime proprietà: aiutano a ridurre l'insorgenza di problemi cardiaci, sono utili a tenere più equilibrato il colesterolo e il livello di glicemia nel sangue, tengono a bada la sindrome metabolica, inoltre mangiando cereali integrali si riduce il rischio di alcuni tipi di cancro (soprattutto all'apparato digerente), infine essendo molto meno calorici e avendo un potere saziante molto più forte contribuiscono a mantenere corretto il peso corporeo e aiutano addirittura a perdere chili se il peso è in eccesso.

Non voglio parlare, poi, del fatto che le farine raffinate molto spesso vengono sbiancate per essere più belle da vedere (come se digerissimo con gli occhi anziché con stomaco e intestino!) e noi inevitabilmente ci mangiamo tutti i residui chimici del processo di sbiancamento, residui che ovviamente non troveremo mai elencati in etichetta poiché inferiori al limite minimo obbligatorio per essere indicati.
Evito anche di approfondire l'argomento (anche se è doveroso farne accenno) delle farine "arricchite": le più aberranti! Sono quelle che vengono reintegrate di vitamine sintetiche, assolutamente non paragonabili a quelle naturali perse con la raffinazione... non sarebbe molto meglio semplicemente evitare di raffinare la farina anziché togliere sostanze nutritive naturali per poi reintegrarne sinteticamente solo una parte?

Ovviamente la mia ricerca sull'integrale non si poteva fermare qui... perché non sono solo le farine a venire lavorate e depauperate, ma anche i cereali interi: il riso bianco che comunemente mangiamo, ad esempio, è stato raffinato (nonché spesso sbiancato).
I cereali possono subire differenti processi di lavorazione, il primo dei quali spesso è indispensabile (per esempio per il farro, l'orzo e l'avena) ed è il processo di decorticazione, attraverso il quale si tolgono i tegumenti esterni che non sono commestibili per l'essere umano... possiamo dire quindi che con la decorticazione si toglie solo l'indispensabile mantenendo tutto il resto, perciò il cereale si può considerare integrale.
Per quanto riguarda il farro, l'orzo o l'avena, c'è poi un processo ulteriore detto di perlatura che è a tutti gli effetti una prima raffinazione: essa porta alla rimozione della parte più esterna del chicco, quindi la parte più ricca di fibre, il tutto perché così si evita di dover mettere il cereale in ammollo prima di cucinarlo e inoltre si dimezza il tempo di cottura (nel caso del riso il processo è analogo, ma anziché perlatura il processo si chiama brillatura)...  abbiamo ottenuto così un prodotto semintegrale.
Di male in peggio: dopo ci può essere l'ulteriore procedimento col quale il chicco viene privato anche del germe, in seguito si possono fare procedure di sbiancamento e infine addirittura quelle di precottura (quando invece i cereali integrali, per essere davvero sani, andrebbero cotti con una quantità d'acqua che ne permetta il completo assorbimento per evitare la dispersione di preziosi nutrienti!).

Concludo rimandandovi ad un video del Prof.Berrino... se non vi ho convinti io sull'importanza di mangiare integrale, forse potrà farlo lui!!! (https://www.youtube.com/watch?v=nnxcYSh1XRU&list=PLBBC293D79E8C029D&index=6)



Fonti:
http://www.wholevegan.com/refined_flour.html#How%20White%20Flour%20is%20Made
http://www.eufic.org/article/it/expid/Foglio-informativo-cereali-integrali/
(e naturalmente l'esperienza lavorativa diretta di mio babbo!!!)




mercoledì 22 ottobre 2014

Un Vegan-menù per una Vegan-festa

E' da qualche giorno che non scrivo articoli e non perché mi sia mancata la voglia o l'ispirazione, ma molto banalmente perché ho avuto un po' di cosette da fare che mi hanno occupata totalmente... cosette delle quali vorrei parlarvi perché hanno a che fare con la Vegan-terapia!

Il 15 ottobre era il mio compleanno... e questa data quest'anno rappresentava anche un traguardo simbolico per me perché ad aprile, quando mi fu detto del carcinoma, mi venne detto anche che si potevano ipotizzare circa sei mesi di cammino difficile per poi vedere finalmente (testuali parole del radiologo) la luce in fondo al tunnel. Facendo due calcoli approssimativi, avevo notato che i sei mesi cadevano in prossimità del mio compleanno, per cui mi ero promessa che se davvero entro ottobre le cose si fossero sistemate, avrei festeggiato con tutti gli amici che mi erano stati vicini nel periodo di cammino dentro a quel tunnel.

Francamente allora ancora ignoravo che il mio personale tunnel sarebbe stato sufficientemente illuminato da non aspettare con ansia di vedere quella luce in fondo, ma che anzi avrei avuto la voglia e l'energia di fare festa anche a metà del cammino! E ignoravo anche che ci sarebbe voluto qualcosa di più di sei mesi (sono tuttora in attesa di sapere come/dove/quando fare la radioterapia), ma siccome l'intento di fare la festa me lo sono portato dentro come un punto fisso da raggiungere, siccome l'avevo immaginata e visualizzata pezzo per pezzo, un particolare alla volta, anche se non potevo dire ancora "vedo la luce in fondo al tunnel", ormai avevo voglia di fare baldoria e la festa l'ho fatta lo stesso!!!

Avevo previsto di cucinare io e così ho fatto! Ho preparato un menù totalmente vegano e quanto più possibile vario (cereali diversi, verdure crude e cotte, legumi misti), un bel po' di ricette sfiziose per dimostrare a tutti che si può deliziare il palato anche senza mangiare proteine animali... e anche per sfatare il mito che in questi sei mesi di dieta io abbia mangiato solo cibi "tristi"!!! ;o)))

Il menù prevedeva:
- Ribollita (ricetta classica toscana)
- Zuppa di orzo (seguendo la ricetta della zuppa di farro)
- Cous cous di grano duro integrale (con verdure scottate, mais, piselli, olive verdi e nere, carciofini e tofu saltato in salsa tamari)
- Riso integrale con verdure saltate e funghetti
- Pasta di farro integrale con pesto e besciamella vegana (pesto fatto con rucola, noci e olio)
- Pasta di grano duro integrale con pesto e pomodorini (pesto di rucola, mandorle, pinoli, aglio e olio)
- "Frittata" di farina di ceci (tre tipi diversi: con cavolfiore, con spinaci e con zucchine e cipolle)
- Hummus con pinzimonio di verdure crude (hummus fatto secondo la ricetta classica)
- Polpettine di miglio e seitan (con verdure sbollentate e aggiunta di farina integrale di frumento per tenere insieme il tutto)
- Maionese vegana da accompagnare alle polpettine (vedi post precedente per la ricetta della maionese)
- Mix di legumi (fagioli cannellini, fagioli borlotti, soia nera e soia verde, saltati in padella)
- Mix di verdure gratinate (cavolfiore, cavolo broccolo, cavoletti di bruxelles e carotine infornati con besciamella vegana)
- Anche il pane era di tanti tipi, ma tutto a lievitazione naturale (di farina integrale, di grani antichi, ai cinque cereali, di grano duro con olive)

Dopo un po' che mangiavamo, ho sparecchiato la zona "salati" e ho messo in tavola i dolci. Anche qui avevo preparato un bell'assortimento (pure grazie a mia mamma e ad alcuni amici che hanno cucinato insieme con me):
- Bon bon dolcissimi, ma senza zucchero, alla cioccolata (con datteri, noci, mandorle, cacao amaro in polvere)
- Bon bon, sempre senza zucchero, al limone (con albicocche secche, anacardi, scorza di limone, cocco)
- Mini budini di orzo
- Pasticcini di fiocchi d'avena
- Castagnaccio
... e ovviamente (è proprio il caso di dire dulcis in fundo) una bellissima torta vegana fatta preparare dalla pasticceria!

Sul buffet, di fronte a ogni pietanza, Leonardo aveva preparato dei cartellini (splendidi: ricordano la grafica del blog!) con scritti tutti gli ingredienti utilizzati in ogni singola ricetta, in modo da soddisfare le eventuali curiosità a colpo d'occhio e inoltre anche per informare sulla semplicità di questo menù, così genuino ma gustoso.

La torta non l'ho fatta io perché avevo invitato tantissime persone e non avevo l'attrezzatura adatta a fare qualcosa di così tanto grande. Ho però scoperto che proprio vicino a casa mia, c'è una pasticceria che fa anche dolci vegani e macrobiotici (i recapiti li vedete nella foto qui a fianco), così sono andata a fare quattro chiacchiere con Silvia, la proprietaria nonché pasticcera "illuminata", per avere un dolce adatto alla mia dieta. Alla fine abbiamo optato per una torta a base di pan di spagna vegano con farina semintegrale tipo 2 e dolcificato con zucchero di canna grezzo (di zucchero io non dovrei mangiarne in assoluto, in caso di eccezioni facciamo in modo che almeno sia naturale!), realizzata su due piani con al centro della crema pasticcera vegana a base di latte di riso e senza zucchero (il latte di riso è già dolce da solo), infine sopra alla torta mi ha fatto delle decorazioni con frutta fresca e cioccolato fondente.
Semplicissimo... essenziale... e molto buono a mio parere!!! Ovviamente il "mio parere" non è quello del resto del mondo e tanti degli invitati, coi palati abituati ai sapori industriali così carichi di zucchero e aromi, non hanno percepito tutte le sfumature di naturalezza che ci ho sentito io e quindi hanno apprezzato un po' di meno il gusto della torta.

Non ho potuto fare a meno di fare un collegamento di idee con un interessante articolo letto di recente sull'ANSA: Il cervello può essere "allenato" a preferire cibi sani (in 6 mesi). L'articolo parla di un esperimento medico scientifico, fatto negli Stati Uniti, che ha dimostrato come il cervello dopo sei mesi di dieta naturale (WOW! La mia!!!) cambia "gusti" e non viene più lusingato e attratto dai cibi raffinati, ma viene invece stimolato da quelli sani e genuini... il tutto ovviamente è stato dimostrato con una risonanza magnetica cerebrale e non con un banale colloquio, nel quale anche l'effetto placebo avrebbe potuto avere un suo grande peso sul risultato! :o)))

A me mancano una decina di giorni ai 6 mesi di alimentazione completamente naturale, quindi ormai sono una teste abbastanza affidabile per fare la controprova di quello che dice l'articolo... e così mi sono sfidata: ho provato ad assaggiare un pezzetto di una schiacciata con l'uva fatta da un'amica di mia mamma (sottolineo che era fatta in casa, non era neppure una roba industriale!) e mi sono stupita di come il sapore mi sia sembrato estremamente "chimico"... sul palato posso descrivere una sensazione di sapore eccessivamente dolce, al naso avvertivo un aroma innaturale, la consistenza era molto più spugnosa di quella data dai lieviti naturali e mi è sembrata eccessiva. Mi sono informata e ho poi saputo che era fatta con parecchio zucchero bianco nell'impasto e con un "rinforzo" abbondante di zucchero vanigliato, buttato a pioggia appena tolta dal forno, la farina usata era la 00 e il lievito era quello chimico in bustina. Io ricordo benissimo che la schiacciata di questa amica di famiglia un tempo mi piaceva tantissimo, perciò adesso le ipotesi sono due: o questa volta le è venuta davvero malissimo (ma agli altri che l'hanno mangiata è piaciuta tanto quanto le volte precedenti) oppure devo pensare che ha proprio ragione quell'articolo dell'ANSA!
Ipotizzo quindi che anche la torta del mio compleanno a me sia piaciuta tanto di più che agli altri, perché "coerente" con le nuove abitudini delle mie papille gustative.

Comunque la conferma di tutto questo mi è arrivata il giorno dopo: avevo la prova del coro dei miei "nonnetti" (per volontariato dirigo il coro degli anziani residenti alla casa di riposo di Castellina) e ho portato loro gli avanzi della torta... morale della favola: i nonni hanno fatto tutti quanti il bis!!! Anche quelli diabetici, visto il particolare tipo di torta, hanno potuto assaggiarla e hanno detto tutti che a loro pareva un dolce favoloso e che si sentiva che era veramente genuino "non come quelli che si fanno al giorno d'oggi". Addirittura una signora mi ha detto che le ricordava i sapori di quando era bambina e le torte gliele faceva la sua mamma... mi ci sono quasi commossa... :'o)
Quindi tirate tutte le somme, credo proprio che tornerò a farmi fare qualche torta da Silvia quando ne avrò bisogno, con la massima tranquillità di trovare in lei la mia stessa ricerca del naturale e del genuino. Non servirà dirlo, ma ovviamente nella sua pasticceria fa anche dolci tradizionali, quelli però testateli voi da soli, che io non posso farlo! ;o)

Concludo dicendo che se qualcuno di voi volesse qualche ricetta dei piatti elencati nel menù della festa, basta che mi scriviate in privato (lisa.marchi@gmail.com) e sarò ben lieta di girarvele... comunque un poco alla volta è mia intenzione postare sul blog tutte le ricette che conosco, quindi con un po' di pazienza prima o poi le troverete anche qui.


martedì 7 ottobre 2014

Maionese senza uova

Ok, lo ammetto, mi sono fatta prendere dal desiderio di "troiai", come si dice qui in Toscana!!!
E allora, per continuare a rispettare il mio stile alimentare, ma farmi lo stesso una "coccola" post-operatoria, mi sono inventata una pseudo-maionese con gli ingredienti che avevo in casa... beh, nonostante sia stato solo un esperimento, mi è venuta buonissima!!! :o)))

Guardando su internet ho trovato parecchie proposte di maionesi vegane, ma mi mancava sempre qualche ingrediente di quelli proposti... quindi ci ho riflettuto un po' sopra: alla fin fine si tratta di mischiare un elemento proteico con uno oleoso e fare un'emulsione, da insaporire con limone e un po' di sale... si può trovare di certo qualcosa da sostituire alle uova, pur avendo così poco nel frigorifero!

E' finita che ho scelto come elemento proteico lo yogurt di soia magro e poi, per dare un po' di consistenza al composto, come ingrediente oleoso ho scelto la salsa di semi di sesamo "Tahin". Il limone ce l'avevo, il sale (marino integrale) lo stesso... e poi, il tocco magico per dare il giusto colore al tutto, ho aggiunto una puntina di curcuma.

Piccolo (doveroso) approfondimento: la crema Tahin è fatta con semi di sesamo tostati e con olio di semi di sesamo oppure olio extravergine di oliva. Grazie al suo componente principale (il sesamo) è ricca di tantissimi elementi nutrienti: apporta tantissimo calcio ed è ricca di vitamine del gruppo B, inoltre contiene magnesio, ferro, fosforo, zinco e selenio. Avrebbe anche la capacità di rafforzare il sistema immunitario, ma non credo che quella acquistata (anche se in negozi bio), sia così tanto genuina... perciò la mia prossima intenzione, è quella provare a fare la crema Tahin da sola, ho anche già comprato i semi di sesamo... se mi viene bene, vi scriverò il procedimento e posterò qualche fotografia!

Ma torniamo alla nostra maionese!

Ho messo in una piccola insalatiera lo yogurt magro di soia (un vasetto), poi ho aggiunto un paio di cucchiaiate abbondanti di salsa Tahin e le ho mescolate insieme un po' alla buona col cucchiaio. Dopodiché per fare l'emulsione ho preso il frullino elettrico e l'ho fatto andare per un paio di minuti, mentre aggiungevo il succo di mezzo limone (era un limone grandissimo, penso che ne serva addirittura uno intero, se è piccolino). A questo punto ho notato che l'emulsione tendeva a diventare un po' troppo liquida e ho aggiunto ancora un po' di Tahin, sempre emulsionando col frullino, ma credo che questo sia dipeso dal fatto che il tipo di yogurt di soia che avevo in frigorifero, era davvero molto poco denso... ce ne sono degli altri in commercio, che sono sicuramente più adatti per questa particolare ricetta. A questo punto abbiamo quasi finito, manca solo il tocco finale prima di staccare il frullino: un pizzico di sale e una puntina di curcuma per dare il colore giusto.

A me è piaciuta tantissimo... se provate a farla anche voi, poi fatemi sapere che cosa ne pensate, mi raccomando!


sabato 4 ottobre 2014

Frugivori... lo siamo, ma (forse) non lo sappiamo!

"Frugivoro"...
Alzi la mano chi ha già sentito questa parola prima d'ora!?! Scommetto non moltissimi! Però se dico "carnivoro", "erbivoro" od "onnivoro", sono certa che tutti sappiano di cosa sto parlando...
Beh, i frugivori sono gli animali che si nutrono principalmente di frutta e di semi (dove con semi si intende anche tutta la grande famiglia dei cereali).

Ci siamo mai chiesti a quella di quale altro animale è simile la forma dei nostri denti? Oppure perché i carnivori hanno i canini lunghi e appuntiti come quelli dei lupi o delle tigri? O ancora come mai gli erbivori non hanno quegli stessi canini (pensate ai denti del cavallo o della mucca)? E gli onnivori, visto che siamo convinti di esserlo anche noi, sappiamo che tipo di dentatura hanno? L'orso, ad esempio, è un animale onnivoro... abbiamo i denti fatti come i suoi, noi esseri umani? Direi proprio di no!!!
E poi ci sarebbe anche da aggiungere che la mandibola umana non è fatta come quella degli onnivori ed è invece perfettamente compatibile con quella dei frugivori... ma queste sono storie che i più non vogliono sentirsi raccontare! ;o)))

Detto questo sorgono spontanee alcune domande: e se in verità fossimo dei frugivori??? E se la nostra corretta alimentazione (non snaturata dalle cattive abitudini che ci portiamo dietro da generazioni) fosse composta solo da vegetali???

Vogliamo provare ad accennare anche qualche cosa più specifica? Per esempio, soffermiamoci a pensare che anche tutto il resto del nostro apparato digerente è uguale a quello dei frugivori: la lunghezza dell'intestino, la composizione degli acidi nello stomaco, ecc...

In questi giorni sto leggendo un libro che tratta tutt'altro tema, ma sono stata colpita da un passaggio che parla di alimentazione... mi ha molto incuriosita ed è da questo che m'è venuta voglia di informarmi meglio. Il passaggio che dicevo è troppo lungo per essere copiato, perciò vi posto il link di un video dove potete leggerlo, se ne avete voglia: La scienza sacra

Stavolta vi lascio da fare i compiti per casa! Fate un po' una ricerca online sulle lunghezze degli apparati digerenti delle differenti categorie animali, compresa quella umana... oppure andate a cercare informazioni sui diversi acidi gastrici... o guardate le foto delle dentature... vi garantisco che vi stupirete!!!
Non lo faccio io per voi, soltanto perché in questi giorni sono ricoverata a Careggi, dove ho fatto il secondo intervento al seno... e con il telefonino e l'app di Blogger non potrei condividere adeguatamente queste informazioni. :o(

(A questo punto apro una lunga parentesi, perché ne vale la pena. Ho fatto fatica a spiegare la mia alimentazione agli infermieri dell'ospedale e ovviamente sono dovuta scendere a compromessi: qui esiste il menù vegetariano, ma quello vegano non sanno nemmeno che cosa sia, quindi rimando indietro tutto quello che contiene proteine animali... di roba integrale poi nemmeno l'ombra, me la sono portata da casa! Comunque qui io sono arrivata con una TAC completamente negativa dopo la chemio, ho smaltito l'effetto dell'anestesia in poco più di mezz'ora dopo l'operazione... e dulcis in fundo, non sto usando la morfina, prevista per il mio post-intervento, perché non ho dolore e non ne ho bisogno. Guardandomi qui intorno, mi pare di essere un po' un'eccezione... seguirà ovviamente un articolo a parte, dove parlerò di tutto questo, non appena tornerò a casa e conoscerò in completo tutti gli esiti degli esami fatti... contateci! Adesso comunque mi aspetto solo di sentirmi dire che pure la mia ripresa è stata da record e poi avrei fatto bingo!!! Ovviamente nella mia testa sto paragonando questa operazione, ben più complicata e lunga, con la scorsa che a confronto era una baggianata: beh ricordo che sono stata mille volte peggio l'altra volta... e l'unica cosa che ho variato nel frattempo, è l'alimentazione. Prima di pubblicare l'articolo, studierò bene per vedere se le mie sensazioni sono corrette, ma così su due piedi mi viene da pensare che essere vegana mi abbia aiutata di nuovo!)

Ultima cosa, tornando all'argomento principale: pare che i frugivori si nutrano non solo di frutta e semi, ma anche di piccoli insetti, soprattutto quando il loro stato di salute richiede certi nutrienti...
Questa cosa l'ho letta tempo fa sul libro di Aida Vittoria Eltanin "La salute di Eva" e adesso non ho potuto fare a meno di fare un collegamento di idee: i bambini piccoli istintivamente portano alla bocca piccoli insetti con il desiderio di mangiarli... mia mamma ancora ci racconta di quando ai miei fratelli o a me, da piccolissimi, ha tolto di bocca dei vermi o degli scarabei!
Da quando ho letto questa cosa sugli animali frugivori, mi sto chiedendo se non sia davvero nella nostra natura arcaica, alimentarsi anche di insetti, in fondo moltissime tribù non civilizzate, si alimentano ancora oggi così...
Sì, però... CHE SCHIFO!!! Io direi che forse è meglio restare vegani 100%, eh! ;o)))

- E Dio disse:
" Ecco, io vi ho dato ogni erba che produce seme ovunque sulla Terra
ed ogni albero in cui è il frutto che produce seme:
sarà questo il vostro cibo" -
Genesi, 1-29


mercoledì 1 ottobre 2014

Quanto costa realmente 1 Kg di carne?

Quanto costa realmente un kilo di carne? No, non voglio sapere quanto voi lo pagate al supermercato, voglio sapere quanto lo paga la nostra madre terra.
Qual è il sacrificio che la natura subisce per le nostre scelte alimentari?
Probabilmente non ve lo siete mai chiesti oppure pensavate che l’unico a pagarne il prezzo è quel povero animale a cui è toccato quel giorno. Bhe i numeri dicono tanto altro e credetemi sono notizie tutt’altro che positive :-(
La salvezza del nostro pianeta dipende anche dalle nostre scelte alimentari quotidiane e adesso vedremo perché.
Gli allevamenti di animali destinati all'alimentazione umana sono responsabili dell'inquinamento di falde acquifere e mari, della deforestazione, dello spreco di risorse territoriali, idriche e alimentari e contribuiscono in maniera determinante all'effetto serra e alla fame nel mondo.
Non sto esagerando e adesso vi comunico un po’ di numeri pratici.

Per produrre 1 kg di carne bovina occorrono in media:
- 13 kg di mangime (tra cereali, mais, soia, fieno, ecc.)
- 9 chili di petrolio (per l'allevamento, il trasporto, la macellazione e la lavorazione)
- 15.000 litri di acqua (un bovino da carne beve 50 litri di acqua al giorno; a questi occorre aggiungere quella necessaria per produrre il mangime e quella usata per lavare le stalle e i macelli)

1 kg di carne a sua volta produce:
- 514 litri gas metano (il 20% delle emissioni totali è dovuto agli animali d'allevamento)
- circa 36 chili di CO2 (pari alle emissioni di 180 km percorsi con un'auto media)
- 21,5 kg di feci
- 1 etto azoto (emesso attraverso le feci)
- 0,5 etti di fosforo (emesso attraverso le feci)
- 1 etto potassio (riversati nell'ambiente con le feci)
- 60 grammi di residui chimici (tra pesticidi, antibiotici, anabolizzanti e farmaci vari che attraverso le deiezioni raggiungono le falde acquifere).
- Cibo per circa 6 persone (i cereali che sono serviti a produrlo avrebbero sfamato circa 100 persone)
- 1/16 di proteine rispetto a quelle ottenibili con la quantità di vegetali necessario a produrlo

Il consumo di carne nel mondo sta aumentando vertiginosamente, siamo passati da 71 milioni di tonnellate nel 1961 a 284 milioni di tonnellate nel 2007 (abbiamo quadruplicato il consumo in 46 anni), e se continuiamo così arriveremo a 500 milioni di tonnellate nel 20150. Questi aumenti hanno effetti diretti e devastanti sul costo e la disponibilità di cereali, alimento principe nei paesi poveri.
Gli esseri umani che potrebbero nutrirsi con il grano e la soia attualmente destinati agli animali d'allevamento sono 1.300.000.000.


Il 33% delle terre arabili del Pianeta è utilizzato per produrre mangimi . Il 90% della soia e il 95% del mais prodotti diventano mangime per animali. Sulla base delle previsioni di consumo sarebbero necessari altri 3 pianeti.
Dai valori che abbiamo appena visto qui sopra appare chiaro che è necessario cambiare le nostre abitudini alimentari,  il modo più semplice e concreto per aiutare il nostro pianeta e il nostro futuro. 
Sono le piccole azioni quotidiane che faranno la differenza e la “Federazionedei Verdi” ci da qualche suggerimento pratico:

Sostituendo 1 kg di carne a settimana con proteine vegetali (per esempio seitan, tofu e soia) si risparmiano circa 36 kg di CO2 prodotta dagli animali: in un anno si possono risparmiare dunque ben 1.872 kg di CO2. E a lungo andare significa contribuire in modo significativo a ridurre la piaga della deforestazione e lo spreco di preziose risorse idriche.

Il 99% della carne prodotta proviene da allevamenti intensivi dove gli animali vengono fatti nascere e ingrassare, in condizioni di immobilità e di stress, esclusivamente per diventare prodotti da consumare. Se ogni italiano mangiasse vegetariano 1 giorno alla settimana per un anno, risparmieremmo la vita a ben 12 milioni di animali (esclusi quelli acquatici)!
L'impronta idrica di una persona (consumo reale e virtuale di acqua) corrisponde a 1.500-2.600 litri per un vegetariano, contro i 3.000-5.000 litri per una persona che consuma carne.
 E’ davvero importate che il contrasto al cambiamento climatico “parta dal basso”, cioè da noi!
Siamo noi il motore dell’economia, e sono le nostre piccole scelte di consumo che indirizzano la produzione economica globale.
Quello che acquistiamo oggi è ciò che verrà prodotto domani, quindi la prossima volta che state facendo la spesa chiedetevi due volte quanto realmente costa quel pezzo di carne che avete appena messo nel carrello ;-)


Fonti e Approfondimenti:
Ringrazio Pixabay per le immagini